21 giu 2011

A love in the ice - Attivazione

Era li, distesa inerme su un lettino dentro un stanza bianca, neutra, piena di oggetti e lampade. Neanche quando Eric, con un frastuono, aprì la porta per entrare, il suo corpo sussultò. Con passo svelto, egli si avvicinò al lettino accostato al muro dove era distesa, guardava le forme del suo corpo nudo sotto il lenzuolo bianco, le scostava i capelli dal viso. Prese uno sgabello dal tavolo dietro di lui, si sedette, tirò fuori dal taschino del camice una siringa. Lo sguardo un attimo si fissò su di lei per poi tornare sulla siringa che intanto aveva sgusciato dalla confezione sterile. Tolse il beccuccio che proteggeva l'ago e allungò un braccio per afferrare la mano di lei, immobile. Un sospiro e un rapido gesto. Alla puntura sul dito non susseguì alcun movimento, alcuno spasmo. Una piccola goccia di sangue venne fuori ma nulla, nessuna reazione. Eric, con un altro sospiro, posò la siringa sul tavolo e si grattò la testa. La guardava fissa, i suoi occhi chiusi, serrati. Si alzò e si avvicinò a lei. Le prese le braccia e le incrociò sul petto per poi prenderle le spalle e tirare su il suo corpo a peso morto flettendolo in avanti per metterla seduta. La sua schiena era pallida, ossuta. Eric diete un paio di colpetti all'altezza delle scapole, un rumore sordo ne susseguì. Lentamente si aprì uno sportellino, con un cigolio di come quando non apri una porta da anni. Eric guardò bene i fili arruffati che vi erano all'interno, ne maneggiò un paio, scollegò e ricollegò cambiando le combinazioni. Si asciugò il sudore sulla fronte con la manica del camice, richiuse lo sportellino e fece coricare il copro di lei, attento a non far scivolare via il lenzuolo che la copriva. Si sedette sullo sgabello, prese nuovamente la siringa e punse nuovamente il dito. Di scatto lei ritirò il braccio, fece un urlo. Girò il capo per guardare Eric, era terrorizzata. Si rannicchiò al muro dove era accostato il lettino tentando di tenere il lenzuolo che era scivolato via. Tremava e aveva gli occhi gonfi di lacrime. Eric la guardava, sorridendo. Buttò via la siringa in un cestino e le si avvicinò "Va tutto bene. Ben tornata"

18 giu 2011

Night

All'ora zero, quando il pallido astro vaga tra le stelle, la camminata egli decide di intraprendere. La felce ricoperta della prima rugiada è scossa del soffio del vento, quel medesimo soffio che incanta gli alberi permettendo loro di modulare melodie non udibili agli umani. Passo dopo passo Night, la notte suprema, si allontana dalla sua dimora, attraversando la fitta natura che, invano, tenta di sbarrargli il passaggio per persuaderlo a non proseguire. Pochi passi e gli arbusti ormai si trovavano alle sue spalle, ora dinnanzi a lui la radura, colorata dal pallore della luna. Il canto degli alberi è placato dal frastuono di lame e respiri che si avvicina. Un sorriso, un respiro all'apparire alla luce di chi il suo sangue brama. Le lame luccicano pronte a tagliare l'aria, a prendersi l'essenza della Notte. Passi svelti, una corsa. Un solo gesto, come a spingere il vento ed un tonfo si udì tra la folla. Nello stupore generale gli sguardi si fissarono sulla Notte, un fuoco blu zaffiro sul suo palmo. Un ghigno, capo chino, una provocazione. La corsa riprende. Si avvicinano. Il capo si alza di scatto, le braccia si piegano al petto. Non ancora. Non ancora. Pochi piedi separano Night dai guerrieri. Ecco il momento giusto. Le braccia si distendono, un rapido vento spinge via centinaia di corpi che ora galleggiano per aria, che precipitano sul terreno. Il prato si increspa, come uno stagno al gettarvi un sassolino. Night sorride, non sarà quella la sua fine, non ancora.

14 giu 2011

Heartquake - Kiyoko il ruscello

L'avversione che il mio cuore prova verso l'uomo è incalcolabile. Se iniziassi ad elencare una per una le motivazioni di tal disprezzo potrei scalare il sacro Fuji e tornare senza aver finito la lista. Tutto ciò senza tener conto degli stranieri. Sempre pronti a sbatterti in faccia la loro virilità nel vano desiderio di ricevere un notturno pensierino, Forse anche per questo quando iniziai a lavorare nel campo dei crisantemi mi sentii rapita dalla folla del paese e trasportata dalle nuvole rosee del tramonto che ondeggiano al cielo come drappi immersi nel fiume a purificarsi. La sua radiosità rende l'orgoglio del popolo giapponese e il suo splendore, come il riflesso di una katana al sole. Restare ore maneggiandone foglie, semi, petali è tutto ciò che il mio futuro possa desiderare. Non certo il futuro che vorrebbe per me mio fratello che vede già la mia figura al fianco di un ricco mercante con pargoli annessi. L'unico desiderio delle mie coetanee è di sposarsi e avere figli. Come se un futuro fatto di sottomissione e maternità fosse tutto ciò a cui una donna posso aspirare. Ma io, che ormai ho passato i venti inverni, desidero solo vagare per i prati fioriti e giocare tra le volpi. Il cielo mi ha creata libera come l'acqua, non è possibile barrarmi la strada.

7 giu 2011

Heartquake - L'Inizio

E in un attimo mi sono ritrovata su questo treno, diretta verso una città di cui non so neanche pronunciarne il nome. Il paesaggio scorre veloce fuori. Il vetro, ancora freddo della notte, riflette il sole sorto da poche ore sul mio viso , lo colora con strani effetti. Di stazione in stazione, il viaggio sembra non terminare mai. Le persone salgono e scendono, mi osservano. Molte di loro probabilmente non hanno mai visto una persona dell'altra parte del mondo, una "dagli occhi giganti". Quando seguivo mio padre nei suoi pellegrinaggi in nome della sperimentazione fotografica non avevo molto tempo e molta voglia da dedicare ai nativi del luogo. Ed ora che mi ritrovo sola, il mio cuore ormai non vuole lasciare queste terre ma allo stesso tempo freme dalla paura. Osservo le campagne, le case, il bestiame non curandomi di nulla, vagando nei meandri dei miei ricordi. Lo sguardo un attimo mi si posa su una coppia che si appresta a scendere. Afferra i bagagli sperando di non abbandonarne nessuno sul treno. Una donna posa lo sguardo su di me, sul suo viso di dipingono sentimenti quali curiosità e sorpresa. Accenno un sorriso ma ella guarda altrove apprestandosi a scendere. Torno ad osservare il cielo, il sole ormai alto nel cielo. Quando arriverà la mia stazione saprò cosa fare? Cosa mi attenderà?
(photo's credits to Vevew)

1 giu 2011

Introduzione "Heartquake"

Non avrei mai immaginato che il mio paese potesse commettere un gesto tanto empio alla mia nuova casa, al mio nuovo mondo, a ciò che più amo. Un boato tale da far tremare la sabbia sotto di se, una luce abbagliante così come se il sole fosse precipitato sulla terra. E il caldo, soffi come grida che ti bruciano la pelle, i vestiti, gli occhi. Tutto così fervido nella mia mente, tutto così limpido da provocarmi ancora gli spasmi di panico sentendo l'odore del fuoco. Eppure neanche un giorno mi pento di aver vissuto di amore, di dolore, di gioia, in questo paese dai rosei ciliegi. Neanche uno.