8 nov 2011

A Love In The Ice - Inside Your Head

Un attimo e fu il caos più totale. Lizzie, approfittando della confusione creatasi nel salone, trascinò con se Arianna nella sua stanza. Chiuse la porta con la chiave rubata all'infermiera pochi minuti prima e vi trascinò dietro la cassettiera. La guardò per un attimo prima di avvicinarsi alla scrivania e prendere un paio di forbici. *sai come fa più male?*  Arianna ricambiò il suo sguardo, impassibile, accennando un no con il movimento con la testa. Lizzie, tremando, si era ormai alzata la maniche del maglione *quando vedi il mondo da una diversa prospettiva. Quando ti aspetti dalle persone più care a te comportamenti che invece non si verificano. Quando credi in parole come amore o affetto ma ricevi solo odio e falsità. Quando inizi a pensare di essere pazza visto che tutto il mondo intorno a te ruota dalla parte opposta alla tua. Quando le persone sangue del tuo sangue al posto di aiutarti a capire le vita ti rinchiudono come se fossi una psicopatica.* premette la forbice sulla sua pelle bianca e tirò via velocemente la lama lungo il braccio *puoi provare tutto questo?* la voce le tremava. Da fuori dalla porta le urla delle infermiere e i botti alla porta si facevano più forti, di li a poco avrebbero sfondato la porta. Arianna le era difronte, la guarda tagliarsi senza agire *no, te l'ho detto, io non provo nulla* la sua voce era fredda e priva di ogni agitazione. Lizzie ripetette il gesto anche nell'altro braccio, il dolore le provocava degli spasmi.*sai che sei fortunata? Tu non puoi provare tutto questo...* Si lasciò cadere in ginocchio intanto che il sangue usciva dalle ferite macchiandole il maglione. *non voglio più provare tutto questo...* Arianna le si avvicinò, chinandosi *e pensi che porre fine alla tua vita sia la soluzione più adatta?* Lizzie la guardò con le lacrime agli occhi, non sapeva cosa risponderle. Dalla porta però riuscirono ad entrare gli infermieri richiamati dal piano inferiore per sfondare la porta a spallate. Un'infermiera urlò vedendo il sangue uscire dalle braccia di Lizzie. La medicarono sommariamente e la portarono via per curarla del tutto. Arianna rimase li ad assistere alla scena, in silenzio. Eric, entrando in stanza, le si avvicinò *vieni, è meglio se torni nella tua stanza*. Lei lo guardò brevemente per poi incamminarsi verso il corridoio *neanche in situazioni simili riesco a provare alcun sentimento* Eric le mise una mano in spalla e la guardò negli occhi *fidati di me, red hair*


3 nov 2011

La creatura dalle ali d'avorio se desta

All'agitar rapida le ali, osservando la città dal cielo si domanda se di li a poco giungendo sulla terra ferma incontrerà alcuna creatura...gia all'avvertire la brezza delle acque però un timore, una repulsione si impossessa del cuore dell'angelo che al discendere pone fine. Restando sospesa tra le nuvole per attimi interminabili fissa la sabbia or scura all'ombra della luna. Li dinnanzi a lei, oramai così prossima al suo tatto appare l'erba ricoperta di rugiada...l'ultimo atto prima di veder allontanare a se il mondo degli umani. Sfiora le nuvole, il vento le accarezza il viso e la sostiene nella sua ascesa verso i cieli. Non questo è il giorno, non questa buia notte.

Nightmare

[...]"vidi la gonna del mio vestito animarsi al forte vento proveniente alle mie spalle. Un suono metallico si udì poco lontano, un suono strano, freddo, minaccioso. Mi voltai di scatto per vedere da dove provenisse il suono della lama che tagliava l'aria. Galerius si stava voltando avvertendo il pericolo ma si trovò la spada a pochi centimetri dal viso. Pensai "è finita" e urlai nella speranza di svegliarmi da un incubo. Ma riaprendo gli occhi rimasi nello stesso bosco di prima, con gli alberi che strillavano al vento. Con il cuore congelato guardai verso lui. Lasher impugnava la spada bloccata da Galerius a pochi centimetri dal viso. Un fiume di sangue uscì dal braccio dove era poggiata la spada che premeva sulla carne. *Ti sembrava così facile eliminarmi?* Lasher tirò la spada indietro e se la poggiò  sulla spalla *Non ho finito con te. Sei ferito lievemente ma il tuo sangue è sulla mia spada, ho già vinto*. Corsi verso di Galerius che continuava a sanguinare ma senza scomporsi *Non è così facile eliminarmi, te lo puoi tenere il mio sangue, tu piuttosto preparati a morire* Non volevo che combattessero ma soprattutto non volevo vedere tutta quella cattiveria scatenarsi."[...]

2 nov 2011

A Love In The Ice - Believe

La stoffa del suo vestito ondeggiava spinta dal vento d'autunno. Osservava l'orizzonte non curandosi della pericolosità alla quale andava incontro tenendo le braccia distese lungo i fianchi, restando in silenzio. La sua mente era vuota, priva di emozioni e di ricordi. La vista del verde giardino e delle nuvole non riusciva a scongelare il suo cuore. Un urlo però si udì dal giardino *Dottor Evans! Venga subito!* Dalla sala di ricevimento diversi pazienti accorsero, alcuni incuriositi, altri solo spinti dal divertimento di tale agitazione. Eric arrivò di corsa chiedendo all'infermiera cosa fosse accaduto. Lei senza proferire parole e tremando indicò il tetto. Un gelo percorse il corpo di Eric vedendo la sagoma di una donna sul bordo del tetto. Si guardò intorno sperando che il suo spetto fosse infondato ma a malincuore dovette urlare quel nome *ARIANNA! RESTA FERMA!* Dal tetto dell'edificio, ella non aveva neanche badato alle urla provenire da 4 piani sotto di se. Continuava ad osservare l'orizzonte in cerca di un battito del proprio cuore che le infondesse commozione o semplicemente piacere. Dopo pochi minuti alle sue spalle apparve Eric ansimante, sudato e con i capelli scomposti *Arianna non muoverti, te ne prego!* Lei non voltò neanche il capo, restò immobile nonostante si fosse accorta della sua presenza. Indeciso sul da farsi, timoroso che potesse andare qualcosa storto, deglutì e le si avvicinò di corsa. Delle urla dal giardino spezzarono quel silenzio e fecero scappare delle colombe appollaiate sui fili della luce. Arianna era tra le braccia di Eric che dal terrore era caduto in ginocchio *sei impazzita?* la strinse a se ancora ansimando *non lo fare mai più* Arianna lo fissava apatica quando con la mancina gli accarezzò il viso lasciandolo esterrefatto. Stava funzionando, mesi e mesi di studi e lavoro iniziavano a dare i loro frutti.