19 set 2011

Heartquake - Sopravvivere

I giorni passavano, tutti uguali, e tra me e Kiyoko il dialogo era quasi del tutto inesistente. Sveglia all'alba, colazione, lavoro con breve pausa per il pranzo, ancora lavoro, cena e nuovamente a dormire. Tutto questo da quando Kijuro, un anno addietro, era partito per la guerra. Una guerra che in molti vedevano come l'occasione per mostrare la grandezza del Giappone ma che in realtà stava portando solo morte e pianto. Un giorno questa routine venne rotta quasi per caso. Nel rovistare tra gli abiti mi cadde a terra un piccolo pacchetto contenete delle rudimentali sigarette che di tanto in tanto mio marito fumava nei momenti di relax. Il brivido di paura misto a nostalgia fu inevitabile. Ne presi una per poi riposare il pacchetto al suo posto e uscì nel retro della bottega. Accenderla fu semplice ma il calore che mi pervase la gola così d'improvviso mi fece tossire e mi provocò una nausea improvvisa. Non pensavo che la sensazione provata fumando fosse così disgustosa ma nonostante ciò tirai un'altra boccata restando attenta a non soffocare. I nervi mi si rilassarono e provai una strana calma. Guardavo il fumo alzarsi in cielo creando forme buffe come le nuvole. Solo un rumore improvviso mi distrasse da tale calma *butta quella cosa dannazione!* alle mie spalle Kiyoko mi diede uno spintone facendomi cadere la sigaretta. *Non ti avvelenare i polmoni come quello stupido di tuo marito e pensa a darmi una mano con i clienti* non finì neanche la frase che era rientrata in casa lasciandomi immobile incapace di reagire. Non rammentavo quasi più il suono della sua voce e sentirlo così all'improvviso mi lasciò atterrita. A passi lenti rientrai e mi avvicinai a lei *Avanti non restare a fissarmi e servi quel cliente* Mi parlava ancora, con la tranquillità che le era caratteristica. Non disse altro fino a sera. Pensai che l'effetto della sigaretta mi aveva provocato le visioni o dio sa cosa ma a tavola, tra un boccone ed un altro, mi parlò di nuovo *Se pensi che ti lascerò avvelenare lentamente con quegli affari ti sbagli di grosso. Così come sto attendendo io il ritorno di Kijuro farai anche tu lo stesso, chiaro?* Non mi guardava nemmeno, non sapevo se si stesse burlando di me o se era seria *ecco...le ho trovate tra i suoi vestiti e...* quasi sussurrando le parole mi uscivano timidamente. Alzò il capo e mi fissò freddamente *Non lo fare più...* distolse lo sguardo lievemente imbarazzata *...te ne prego* Sorrisi lievemente.  La sua sofferenza era uguale alla mia, cambia solo il modo di esprimerla. Dovevamo restare l'una accanto all'altra pregando la fine di quest'attesa.

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