18 mag 2011

The street show

"Camminava lungo la strada, immersa nei suoi pensieri. Era il primo pomeriggio e sulla città era sceso un vento dal nord che soffiava sulla pelle nuda di chi già indossava abiti estivi. Stranamente, una volta uscita dalla sede universitaria, ella non aveva tirato fuori la sciarpa che quasi d'obbligo portava sempre al collo. Le punte dei suoi capelli le pungevano il collo, agitati da quel vento che a volte la faceva rabbrividire. Si muovevano ad ogni lento passo quasi fossero sul punto di tramutarsi in farfalle e farsi trasportare in alto tra le nuvole. Arrancava per quella strada ormai ripercorsa così tante volte da perderne il conto negli anni. I passi erano lenti, stanchi, quasi proseguissero spinti da qualcosa di ultraterreno e non dalla sua volontà. Il passo man mano si faceva sempre più lento, per un attimo sembrò quasi fermarsi sperando di iniziare a fluttuare per proseguire quel cammino senza alcuno sforzo. Un pianoforte in crescendo proveniente dalla traccia appena iniziata del suo lettore musicale la fece sobbalzare così il passo tornò incalzante. Passava tra i pedoni senza dare nell'occhio, il capo chino a guardare il pavimento cercando di non far notare, a chi la incrociava, che la sua mente era altrove. Di rado alzava lo sguardo, agli incroci, per evitare che qualche automobilista le venisse addosso e la insultasse pure. Giunta ad una larga piazza il vento si intensificò, il freddo stava per avere il sopravvento così con un gesto rapido e secco alzò il cappuccio della felpa in cerca di conforto. Li lo sguardo si fissò per un attimo sull'orizzonte di cemento per verificare quanto ancora aveva da camminare. I suoi occhi si fissarono su una bambina, sui cinque anni, la quale per un attimo rabbrividì quando si accorse di essere osservata da uno sguardo tanto perso nel nulla. Strinse la mano alla madre distogliendo lo sguardo passandole accanto facendo finta di non averla mai vista. Altri pochi passi e finalmente a casa. Era vuota. Gettò il pesante zaino per terra e si distese a letto, ancora il ritmo della musica si mescolava al battito del suo cuore. Occhi chiusi, invocando l'aiuto dal cielo per cadere nel sonno. Pochi attimi, buio, il nulla assoluto, solo un lontano violino che man mano si spegneva nel silenzio"

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