18 giu 2011

Night

All'ora zero, quando il pallido astro vaga tra le stelle, la camminata egli decide di intraprendere. La felce ricoperta della prima rugiada è scossa del soffio del vento, quel medesimo soffio che incanta gli alberi permettendo loro di modulare melodie non udibili agli umani. Passo dopo passo Night, la notte suprema, si allontana dalla sua dimora, attraversando la fitta natura che, invano, tenta di sbarrargli il passaggio per persuaderlo a non proseguire. Pochi passi e gli arbusti ormai si trovavano alle sue spalle, ora dinnanzi a lui la radura, colorata dal pallore della luna. Il canto degli alberi è placato dal frastuono di lame e respiri che si avvicina. Un sorriso, un respiro all'apparire alla luce di chi il suo sangue brama. Le lame luccicano pronte a tagliare l'aria, a prendersi l'essenza della Notte. Passi svelti, una corsa. Un solo gesto, come a spingere il vento ed un tonfo si udì tra la folla. Nello stupore generale gli sguardi si fissarono sulla Notte, un fuoco blu zaffiro sul suo palmo. Un ghigno, capo chino, una provocazione. La corsa riprende. Si avvicinano. Il capo si alza di scatto, le braccia si piegano al petto. Non ancora. Non ancora. Pochi piedi separano Night dai guerrieri. Ecco il momento giusto. Le braccia si distendono, un rapido vento spinge via centinaia di corpi che ora galleggiano per aria, che precipitano sul terreno. Il prato si increspa, come uno stagno al gettarvi un sassolino. Night sorride, non sarà quella la sua fine, non ancora.

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