22 set 2011

A love in the ice - Lacrime silenziose

Restare in compagnia non era mai stato di suo gradimento. E neanche ora che della sua vecchia personalità non restava nulla, l'abitudine ad isolarsi non era cessata. Questa volta si era accovacciata sul retro, sul prato tagliato di fresco, appoggiata ad un arbusto. Le gambe erano piegate e vi poggiava le braccia per permetterle di nascondervi il viso. Il solo sfruscio delle foglie le davano prova che il tempo non si fosse fermato. Da dietro l'arbusto però scattò, trascinandosi, un gatto dal manto rosso, sporco. Sentendo una presenza si voltò di scatto mostrando ad Arianna quella terribile realtà. Dal suo muso un fiume di sangue colava, dalla gengiva penzolavano dei denti in frantumi. Cercava di scappare ma le zampe posteriori non si muovevano e si trascinava, lasciando la scia di sangue dietro di se. Le urla strazianti di dolore che la creatura tirava fuori dalla gola insanguinata non la turbavano. Ella lo guardava, gli occhi vitrei e il viso pallido come un qualsiasi altro momento della giornata. Lo guardava ancora, ogni suo movimento, ogni suo respiro che andava rallentando. E intanto il gatto, stremato, si lasciò cadere sul prato ansimando e urlando. Tentava ancora di muoversi ma le forze gli iniziavano a mancare, il sangue continuava ad uscire. Passò circa mezz'ora, il colore del prato si fece purpureo, il suono delle foglie tornò ad essere protagonista. Le urla del gatto ormai erano sibili, ultimi attimi e il cuore cessò del tutto di battere. Ed Arianna immobile a fissarlo, privo di vita dinnanzi a lei. Da lontano però una voce ruppe quell'istante *Arianna dove sei?* dei passi si fecero vicini e da poco lontano apparve la figura di Eric, con i capelli scompigliati e il viso sudato *eccoti finalmente! Cosa fai qui tut....* si bloccò vedendo il gatto disteso e sanguinante. Gli si avvicinò di scatto ma abbassò il capo rassegnato nel constatarne il decesso. *Qualcuno lo avrà investito...bastardi...si fermassero almeno quando mettono sotto questi poveri esseri....* Allungò il braccio e afferrò Arianna di peso per riportarla alla struttura. Lei si fece trascinare ma per un attimo di fermò tornado a fissare il gatto. *Arianna cosa succede?* la presa si allentò e le braccia di Eric si distesero lungo i suoi fianchi. Era chiaramente sconvolto da ciò che stava vedendo con i suoi occhi. Arianna era immobile, fissava il gatto senza alcuna espressione ma le lacrime scendevano dai suoi occhi. Lacrime silenziose.

19 set 2011

Heartquake - Sopravvivere

I giorni passavano, tutti uguali, e tra me e Kiyoko il dialogo era quasi del tutto inesistente. Sveglia all'alba, colazione, lavoro con breve pausa per il pranzo, ancora lavoro, cena e nuovamente a dormire. Tutto questo da quando Kijuro, un anno addietro, era partito per la guerra. Una guerra che in molti vedevano come l'occasione per mostrare la grandezza del Giappone ma che in realtà stava portando solo morte e pianto. Un giorno questa routine venne rotta quasi per caso. Nel rovistare tra gli abiti mi cadde a terra un piccolo pacchetto contenete delle rudimentali sigarette che di tanto in tanto mio marito fumava nei momenti di relax. Il brivido di paura misto a nostalgia fu inevitabile. Ne presi una per poi riposare il pacchetto al suo posto e uscì nel retro della bottega. Accenderla fu semplice ma il calore che mi pervase la gola così d'improvviso mi fece tossire e mi provocò una nausea improvvisa. Non pensavo che la sensazione provata fumando fosse così disgustosa ma nonostante ciò tirai un'altra boccata restando attenta a non soffocare. I nervi mi si rilassarono e provai una strana calma. Guardavo il fumo alzarsi in cielo creando forme buffe come le nuvole. Solo un rumore improvviso mi distrasse da tale calma *butta quella cosa dannazione!* alle mie spalle Kiyoko mi diede uno spintone facendomi cadere la sigaretta. *Non ti avvelenare i polmoni come quello stupido di tuo marito e pensa a darmi una mano con i clienti* non finì neanche la frase che era rientrata in casa lasciandomi immobile incapace di reagire. Non rammentavo quasi più il suono della sua voce e sentirlo così all'improvviso mi lasciò atterrita. A passi lenti rientrai e mi avvicinai a lei *Avanti non restare a fissarmi e servi quel cliente* Mi parlava ancora, con la tranquillità che le era caratteristica. Non disse altro fino a sera. Pensai che l'effetto della sigaretta mi aveva provocato le visioni o dio sa cosa ma a tavola, tra un boccone ed un altro, mi parlò di nuovo *Se pensi che ti lascerò avvelenare lentamente con quegli affari ti sbagli di grosso. Così come sto attendendo io il ritorno di Kijuro farai anche tu lo stesso, chiaro?* Non mi guardava nemmeno, non sapevo se si stesse burlando di me o se era seria *ecco...le ho trovate tra i suoi vestiti e...* quasi sussurrando le parole mi uscivano timidamente. Alzò il capo e mi fissò freddamente *Non lo fare più...* distolse lo sguardo lievemente imbarazzata *...te ne prego* Sorrisi lievemente.  La sua sofferenza era uguale alla mia, cambia solo il modo di esprimerla. Dovevamo restare l'una accanto all'altra pregando la fine di quest'attesa.

13 set 2011

Inizio nuovo lavoro

Ed ora inizio a metter giù il soggetto per intero della storia della ragazza cyborg (il cui titolo sarà "Love In The Ice") Ovviamente non abbandonerò Heartquake ma anzi ci saranno dei colpi di scena eclatanti. Il successo delle vendite all'Etnacomics mi ha dato un nuovo incentivo per scrivere e realizzare le mie storie. Mi metto subito a lavoro . Aja Aja Fighting!
(garantisce Rain in persona XD *ma magari*)

3 set 2011

Heartquake - Nuovo amore

ATTENZIONE: questo post è ad alto contenuto di spoiler per cui si consiglia un'attenta analisi prima di procedere alla lettura, eventuali reclami saranno aspramente ignorati.
Quella mattina il caldo era più sfiancante del solito. Il sole splendeva forte fin dalle prime ore dell'alba imprimendo a tutti gli abitanti del villaggio la classica pigrizia estiva. Kiyoko era già a lavoro, cercando di non far rumore per non svegliare Tashiro prima del dovuto. *andiamo alla cascata* mi voltai sentendole rivolgermi la parola *chiudiamo il negozio per la mattinata. Se partiamo adesso facciamo in tempo ad andare e tornare entro pranzo senza fretta* Non sapevo si parlasse sul serio o meno. La sua dedizione al lavoro era così seria che stentavo a credere che fosse disposta a rinunciare a metà giornata di vendite per un bagno. La guardai per qualche secondo quando Tashiro irruppe in cucina pensando di far tardi a scuola quando ancora era più che in anticipo. Tra una risata ed un'altra durante il pasto del mattino, il discorso non si ripresentò e pensai che avesse rinunciato alla pazza proposta. Solo quando fummo sole, dopo che Tashiro si era avviato a scuola insieme a dei compagni che mi barrò la strada fissandomi negli occhi *parlavo seriamente* continuavo a fissarla, così determinata. *va...va bene*  al sentire le mie parole l'espressione in viso si rilassò ed apparse un ampio sorriso *bene chiudo tutto!*. Non del tutto convinta, attesi che Kiyoko fosse pronta e partimmo verso la foresta. Mezz'ora o forse qualcosa di più e arrivammo alla piccola cascata. Abbassai lo sguardo in preda ai ricordi, di quando tutti e tre ci divertivamo spensierati, in tempo di pace. Kiyoko senza pensarci due volte slacciò l'obi e si tolse il kimono immergendosi esprimendo la sua felicità con un piccolo urlo *vieni che è splendido!*. Mettendo difficilmente i pensieri da parte, mi spogliai e mi immersi. Il piacere improvviso al contatto con l'acqua fresca mi fece rilassare pienamente.Ci mettemmo sotto la cascata, per far si che la forze della natura rilassasse i nostri nervi e scacciasse via ogni pensiero triste, compreso quello della guerra. Passammo un'ora a gozzovigliare quando ci sdraiammo a riva esauste *era tanto che non ci divertivamo così* disse Kiyoko voltando il capo verso di me. Le sorrisi senza risponderle ma capì il mio assenso. Calò il silenzio, ascoltavano il fruscio degli alberi e dell'acqua osservando il cielo. Non feci in tempo ad accorgermi di un suo movimento che me la ritrovai seduta dinnanzi a me che mi osservava. Sul suo viso era impresso un sentimento di timore misto a paura. La guardavo incuriosita, stavo per chiederle cosa fosse successo che si avvicinò e mi baciò. Quel suo gesto così improvviso mi tolse la capacità di reagire. Rimasi li immobile intento che le nostre labbra si sfioravano. Serrai gli occhi e trovai la forza per spingerla via. Mi alzai di scappo raccogliendo il kimono frettolosamente e scappai. Sentii poco dopo la sua voce alla mie spalle *Helen aspetta! Mi dispiace Helen ti prego fermati!* non volevo ascoltarla, continuavo a scappare cercando di indossare il kimono. Sentì la sua mano afferrarmi il braccio *Helen...* le diedi uno spintone *SEI FORSE IMPAZZITA? COSA TI PASSA PER LA TESTA? LA FUORI DA QUALCHE PARTE KIJURO STA COMBATTENDO PERE RESTARE VIVO E TORNARE DA NOI E TU COSA FAI?* dagli occhi mi scendevano lacrime incessanti *È TUO FRATELLO....ED È ANCHE MIO MARITO....NON POSSIAMO FARGLI QUESTO....* mi misi le mani in volto cadendo in ginocchio *...lui tornerà....tornerà da noi*. Rimase immobile davanti a me, probabilmente si stava pentendo col cuore di quello che aveva fatto o forse stava piangendo silenziosamente. Non so se il suo gesto fosse stato dettato dalla solitudine o se il sentimento di amicizia tra noi era maturato in qualcosa di più, restava il fatto che entrambe contavamo i giorni sperando nel ritorno di Kijuro. Dal paese, oltre gli alberi, improvvisamente un urlo squarciò il silenzio venutosi a trovare tra di noi. Un urlo così poteva essere causato da una cosa sola, la morte.