26 lug 2011

Dark Betrayal - Fuga

Era la prima volta che ammiravo la luna non attraverso delle sbarre. Quella fuga, tanto bramata nei secoli, era giusta così inaspettatamente. Tante le volte nel quale urlavo nella notte maledizione verso un padre capace di odiare il proprio figlio. E in quel lomento, mentre a pieni polmoni gustavo l'odore della felce umida di rugiada, meditavo sul da farsi. Osservavo la mia palle pallida come la luna, le vene che trasportavano il sangue che ormai ribolliva di soddisfazione e temerarietà. Strinsi il pugno, sentii la mia forza. Mi sentivo l'uomo più potente che possa esistere nei tre mondi ed ero pronto a strappare il cuore ad una lista di persone. Non sarebbero esistiti ne angeli ne demoni ne umani. La mia vendetta iniziava da quell'istante. Rannicchiato nella foresta, il solo fruscio delle foglia a farmi compagnia, sentì un rumore. Trattenni il respiro, dovevo capire chi o cosa potesse essere. D'un tratto un rumore, sentivo il battito cardiaco di chi, alle mie spalle, provava già paura. Mi voltai di scatto, guardai con rabbia gli occhi di quella creatura. Vidi il mio riflesso nei suoi iridi blu come l'oceano, intrisi di paura. Un balzo, rapido, verso di lei. Al tocco con la mia pelle fredda ebbe un brivido, troppo breve per rendersene conto, ormai aveva iniziato a cadere. La afferrai, il peso del suo corpicino mi sembrò insignificante. Quella creatura, dai capelli corti e color del sangue rappreso, aveva un aspetto tanto puro, innocente. Forse fu in quel momento che il mio cuore, offuscato dalla rabbia, vide una luce.

19 lug 2011

A love in the ice - E se....

Malediva il giorno in cui quel fottuto uomo la rimise al mondo. Solo un innesto, solo un taglio nei nervi spinali e tutto finiva li, niente più emozioni, niente più dolore, niente più sofferenza. Invincibile a tutto, senza un punto debole, senza un possibile rimpianto. Eppure ora che tutto era tornato a qualche anno prima, sentiva nuovamente il peso della sua anima, del cuore che le batteva in petto, dei ricordi. Ricordi di quando tenere tra le sue braccia un'altra anima era una gioia. Di quando per quel decantato amore avrebbe fatto l'impossibile, anche messo a repentaglio la sua vita. Eppure di quelle braccia, di quel calore non restava nulla, solo ombre nei suoi ricordi. Aveva amato un tempo, aveva dato tutto per la sua donna e per la sua donna aveva smesso di vivere. Aveva deciso di diventare un automa, un essere al quale venivano estirpati i sentimenti. Tanto facile, tanto doloroso. La sua folle speranza che un giorno il ricordo di una vita felice potessero svanire venne distrutta da lui e dalla sua curiosità. Perché l'aveva voluta riportare in vita? Niente sangue, niente urla, niente aveva il tempo di manifestarsi, la sua rabbia era troppa. Si strappava di dosso gli aghi, i punti, anche la pelle. L'abito bianco si tinse di rosso, i suoi occhi persero il riflesso della vita. Gli iridi blu divennero scuri, l'innesto aveva fallito. Provarono a fuggire, provarono a chiedere la grazia. Tutto doveva restare come prima, il suo corpo doveva restare a dormire per l'eternità, e tutto ciò non sarebbe accaduto. Troppo amore da troppo odio, troppo odio da troppa morte. Come se il cuore le fosse stato strappato dal petto, lasciando una voragine, il suo corpo vagava prendendosi la vita altrui. Scappate.

Restless Forest - Eien~Destino

Al giungere di quella notizia ferale il mio corpo e il mio spirito reagirono in opposta maniera. Intanto che l'agente con aria triste mi comunicava come i medici, invano, avevano tentanto di salvare mia sorella che era stata travolta da un ubriaco al volante,il mio corpo perse il controllo. Le lacrime iniziarono a scendere dal mio viso nonostante non singhiozzassi per il dolore di tale perdita. Rimanevo immobile, a fissare quell'agente mortificato e straziato dal compito affidatogli di avvisarmi dell'incidente. Il mio spirito invece piangeva, urlava, soffriva. Soffriva per come, quella sera, si era scontrato con la sorella e per come l'aveva lasciata andare da sola nella notte per le vie di Tokyo. Ed ora che non avrebbe potuto rimediare a tale discussione non trovava altro modo per rimediare alle sue colpe. Tutto era svanito. Il mio corpo, presto, sentì il peso della sofferenza del mio spirito e crollò, ai piedi dell'agente che, urlando, chiamava soccorsi. I giochi della vita. I giochi della morte. Tutto è polvere.

17 lug 2011

Restless Forest - Sayonara~

Niente, in vita mia, ho mai fatto con la convinzione necessaria per sentirmi appagata al cento per cento. Mai come oggi ho avuto la convinzione così forte che quel gesto sarebbe stato necessario. Dopo aver preparato tutto, accuratamente, nel cuore della foresta, dopo aver ignorato le richieste di quel kodama tanto insistente,  dopo aver pregato affinchè le mie colpe  fossero perdonate, feci quel salto. Sentii un forte calore al viso, gli occhi mi sembravano bruciare. La vista si vece appannata per via delle lacrime che, in accesso, riempivano i miei occhi. Pensavo, scioccamente, che quel gesto poteva porre fine a tutto rapidamente e invece mi trovavo in preda agli spasmi senza potervi porre rimedio. Il calore al viso cresceva, un formicolio alla gola mi dava da tossire ma non riuscivo ad aprire bene la bocca. Lo fregamento della corda mi graffiava la pelle, mi faceva quasi più male della mancanza d'aria. Di sfuggita vidi il kodama che si agitava, cercava di spezzare il ramo al quale era appesa la corda ma invano. Dondolando piano piano sentii le orecchie scoppiettare, come quando si sale in montagna, sentivo i miei polmoni rantolare ossigeno, il mio cuore che batteva freneticamente. Le lacrime erano scese dai miei occhi ma ora la vista era offuscata, distorta. Aprì lievemente la bocca, respirai quel poco di aria che essa poteva contenere. Ne sentii il profumo come mai prima di quel istante. Gli occhi si chiusero, stanchi e secchi. Gli spasmi finirono, il cuore si calmava, gli ultimi battiti risuonavano nella foresta. Tutto non sembrava più come una volta. Il dolore spariva pian piano. Sayonara~