Shizuku prese pian piano a sentirsi più
tranquilla e, nonostante la lieve titubanza, riprese ad uscire da
sola. Una mattina, approfittando dell'assenza d'ella, Suzaku si
presentò dinnanzi a Eiji. Rimasero qualche istante l'uno difronte
all'altro. Eiji lo osservava. I folti capelli color della cenere, gli
occhi rossi come se delle fiamme vi fossero rinchiuse al loro
interno, struttura esile ma dalla postura salda. Anche se il sofferto
sospetto sul chi fosse la figura davanti a se gli premeva al cuore,
gli chiese chi fosse. “Quindi siete voi l'umano che sta ingannando
il sacro spirito dell'acqua”. Egli, sentendo quelle pesanti parole
d'accusa, si rabbuiò e rapidamente estrasse la spada puntandogliela
contro “siete voi lo spirito del fuoco? Andatevene e lasciate
Shizuku in pace. Ci legano forti sentimenti e voi non siete nessuno
per rompere il nostro legame”. Suzaku rise sonoramente guardando la
spada e si avvicinò di qualche passo “siete un umano alquanto
stupido, mi domando come abbia fatto quell'adorabile creatura a esser
caduta in un così banale inganno”. Alzò lentamente il braccio e
pochi istanti dopo la spada di Eiji si riscaldò costringendolo a
lasciarla cadere sentendo la pelle della mano bruciargli. “Se mi
credete malvagio, come spiegate il fatto che vi possa vedere?” gli
urlò tenendosi la mano che aveva iniziato a sanguinargli. Suzaku
rise ancora pieno di tracotanza e si poggiò ad un albero “non
esistono umani d'animo buono. La vostra stessa esistenza è la rovina
di questo mondo. Ve lo dirò un'ultima volta. Andatevene o la
prossima cosa di voi che renderò cenere sarà il cuore!”. Poco
distante, Shizuku stava percorrendo la strada del ritorno quando dei
kodama freneticamente la avvertirono del pericolo che stava correndo
Eiji. L'inquietudine che non voleva abbandonare il suo cuore era più
che motivata. Nonostante la calma apparente, la paura che potesse
accadere qualcosa del genere non l'aveva più lasciata. Gettò a
terra il cesto con i frutti e si mise a correre per raggiungere il
prima possibile i due. Arrivata nei paraggi della capanna sentì Eiji
urlare, quasi si paralizzò dalla paura ma continuò a correre il più
velocemente possibile. Suzaku si trovava a pochi passi da Eiji, che
era inginocchiato a terra. Lo spirito del fuoco rideva tronfio del
suo potere “volete essere ucciso? Non vorrei voler arrivare a tanto
anche se temo siate talmente ottuso da non capire quando ubbidire”.
Shizuku si gettò a terra davanti Eiji per fargli da scudo “non
toccatelo!”, gli urlò senza timore. Suzaku indietreggiò di un
passo, la rabbia gli si dipinse in viso “come prego? Siete divenuta
a tal punto pazza da proteggere così un umano, a rischio della
vostra stessa vita?”. La ragazza rimase immobile, continuava a
fissarlo con sguardo di sfida “non permetterò in alcun modo che
gli facciate del male”.
(photo's credits to Kuyche)
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