14 ott 2022

Writober 2022 - 14.Vuoto

 14 Ottobre 2022


Caro diario, oggi più che mai non ho alcuna voglia di scrivere ma mi rimbomba in testa la voce della psicologa che mi raccomanda di scrivere con regolarità. E quindi eccomi, sono qui a scriverti. 

Cosa devo scrivere ancora non lo so, visto che è tutto uguale alla settimana scorsa. 

Mi alzo, svolgo i miei compiti tra università e lavoro, mi rimetto a letto. 

Queste sono le mie giornate. 

Un loop infinito di mansioni che svolgo solo perché “devo”. 

Non ho voglia di fare niente, ciò che un tempo mi appassionava ora mi annoia. Vorrei solo restare a letto, abbracciata alle lenzuola e vedere la mia vita scorrere via. 

Non che sia molto diverso da quello che faccio, non a letto, ma ogni giorno che passa vedo la mia vita scivolare via come acqua in un ruscello. 

Ogni giorno indosso la mia maschera sorridente ma dentro ho un vuoto incolmabile. 

Un vuoto che diventa ogni giorno più grande. E per quanto mi sforzi, almeno ad arrestare il suo ingrandimento, cercando nuovi scopi e nuovi obiettivi nella mia vita, questo vuoto mi sta logorando. 

Mi sento come una malata terminale che conta i giorni che le restano da vivere, sapendo che ogni giorno che passa è un giorno più vicino alla fine. 

Non riesco a uscirne, ci provo e ci riprovo ma ad ogni boccata d’aria è come se stessi respirando acqua.

Ed ogni volta che provo e fallisco affondo sempre di più, tanto da chiedermi se abbia più senso provare a restare a galla. 

Non lo so, non lo so, sono così confusa, ho la testa vuota di pensieri ed emozioni. 

E forse è meglio così perché quando le emozioni affiorano dal baratro in cui cerco di tenerle chiuse è come uno tsunami che avanza inarrestabile. Rabbia, tristezza, frustrazione. 

Scoppio, esplodo non riuscendo più a trattenerle. Non voglio che le emozioni prendano il sopravvento. 

Meglio mantenerle quiete, nascoste al di sotto di tutto. Meglio il vuoto, la calma. 

Mi sta bene, tra un fiume di rabbia e lacrime e l’apatia preferisco la seconda. 

Tanto ormai so fingere bene che non abbia nulla di fuori posto dentro di me. 

Anche perché non importerebbe a nessuno.


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