5 ott 2022

Writober 2022 - 5. Fiamma

 L’intervistatore era seduto su una sediolina in stoffa, teneva in mano un microfono e una cartellina con appuntate le domande che si era preparato in precedenza. Di fronte a lui era seduto un ragazzo, 25 anni circa, vestito con un completo nero e i capelli rosso fuoco. Guardava l’intervistatore mentre si dedicava alla presentazione dell’intervista, anche lui teneva in mano un microfono.


«Buongiorno a voi spettatori, siamo qui con il famoso artista Andrew Johnson per parlare della sua nuova mostra intitolata “Flame”. Dunque, Andrew, come è nata la tua arte?»


Andrew si avvicinò il microfono alla bocca:


«Intanto vorrei ringraziare te e tutti coloro che sono già venuti alla mostra. Se volessi riassumere la mia arte in breve direi che esplorazione e sperimentazione sarebbero le parole perfette. Sono affascinato dal fuoco da quando ho memoria ma finora non avevo trovato l’idea giusta per sfruttarla per la mia arte. Quando, per così dire, mi si è accesa la lampadina mi sono buttato a capofitto nella sperimentazione per trovare il metodo migliore.» 


L’intervistatore diede un’occhiata veloce alla cartellina, mentre si accingeva a porre la prossima domanda si sporse in avanti dalla sedia


«L’uso della cenere, dico bene?»


Andrew fece di sì con la testa sorridendo:


«Esattamente. Alla base dei colori che uso per dipingere le tele c’è la cenere. Nel mio studio ho un piccolo giardinetto dove, tramite un braciere che ho fatto costruire appositamente, metto a bruciare diversi oggetti in base al dipinto che ho intenzione di realizzare. È stata una scoperta quando mi sono reso conto che ogni oggetto ha una gradazione di colore diversa di cenere. Ho iniziato con fogliame di alberi diversi, carta e cartone, tabacco e molto altro»


L’intervistatore sembrava ammaliato dalle risposte di Andrew, tanto che lui stesso si chiese se non aveva mai avuto a che fare con un artista o era semplice scena per attirare l’attenzione. 


«Anche io non ne sapevo nulla, per me la cenere è sempre stata soltanto cenere. Ma dimmi, cosa ti piace di più tra il bruciare gli oggetti e l’usarne la cenere per dipingere?»


Andrew rise a quella domanda ma rispose genuinamente


«Ovviamente bruciare, no scherzo. Usare la cenere sfruttandone la vastità di gradazioni diverse è un’esperienza fantas-»


La registrazione venne interrotta a metà frase.  

Andrew era seduto al suo pc e riguardava l’intervista del giorno precedente. La stanza era invasa dal fumo, troppo per provenire dalla sigaretta che aveva in bocca. In mano teneva uno zippo, con il quale giocava ad accendere e spegnere chiudendolo. Guardava la sua immagine immobile sullo schermo con espressione seria. 


«Sei proprio un ipocrita e bugiardo» 


Il rumore dello zippo era ripetitivo e metallico. La sigaretta era arrivata alla fine e la cenere era sul punto di cadere da sola. Andrew continuava a fissare se stesso sullo schermo. Provava disgusto verso l’immagine che si era creato per il pubblico. 


«La cenere, ma per favore. A me quello che interessa è bruciare tutto quello che mi capita davanti. I quadri sono solo un modo per disfarmi dei resti di ciò che brucio. Ma ovviamente questo non lo dico, in realtà sono solo un bravo ragazzo a cui piace dipingere. Davvero Andrew? È questo quello che vuoi mostrare al mondo? Hai forse paura di essere giudicato?»


Smise di giocare con lo zippo, distolse lo sguardo dallo schermo e si misa a guardare la fiammella dell’accendino. Brillava intensamente, vibrando a suo respiro. Poteva guardare quel fuoco così caldo e affascinante  senza mai stancarsene. 


«“Non bruciare tutto Andrew! Perché hai bruciato le mie tende Andrew? Che fine ha fatto il gatto della vicina, ne sai qualcosa Andrew? Così non va bene Andrew, sei malato! Perché dio mi ha dato un figlio del genere?”. Stupida puttana, guarda dove sono adesso. Il figliol prodigo è qualcuno, mentre tu sei solo genere in un’urna»


Andrew chiuse lo zippo, nella stanza rimase solo il bagliore dello schermo del pc con ancora l’intervista in pausa. 


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