2 ott 2022

Writober 2022 - 2. Affrettarsi

Giorno 2 Ottobre 2022

Di seguito è riportata la testimonianza della signora Benedetta Catalano in merito all’incidente accaduto in data odierna.


“Il gruppo era in cammino da circa tre ore, la prima baita del percorso era vicina e la guida escursionistica invitava tutti ad accelerare il passo. Il cielo si stava coprendo di nuvole e poteva risultare pericoloso trovarsi nel nulla in caso di pioggia. Dopo i primi solleciti il mio compagno, Nicola Baldetti, ha iniziato a lamentarsi e dare segni di nervosismo. All’inizio pensavo fosse solo stanco ma poi quando l’ho sentito mormorare tra sé riguardo quelle che per lui erano le vere intenzioni della guida ho capito che qualcosa non andava. Mi sono avvicinata a lui chiedendogli se avesse bisogno di qualcosa ma mi ha ignorato. Allora ho insistito ma era come in pieno delirio.”


La donna prende un sorso d’acqua e fa una breve pausa


“Mi disse che aveva capito il piano dell’uomo, che il suo intento era quello di farlo cadere e liberarsi di lui. Ha continuato dicendo che la guida si era invaghita di me e che per avermi sua doveva eliminare l’ostacolo. Quando mi misi a ridere pensando che scherzasse lui mi ha guardato serio e ha iniziato a insinuare che fossi d’accordo con l’uomo. Ha aggiunto che aveva senso visto che l’idea di fare una gita era stata mia e che avevo conosciuto la guida in precedenza. Ovviamente non era vero, non avevo mai visto prima quel ragazzo né pensato una cosa tanto orribile. Ma lui insisteva, dicendo che era un buon piano quello di portarlo in montagna e sfruttare la stanchezza dopo ore di camminata per farlo scivolare e cadere giù.”


La donna beve un altro sorso di acqua e si asciuga le lacrime con la mano. L’agente di fronte a lei le porge dei fazzoletti, lei ne prende uno e si tampona gli occhi. 


“È sempre stato un po’ paranoico e sospettoso ma fino ad allora l’avevo associato ad una gelosia un po’ troppo pressante ma questa mattina non sembrava neanche in sé. Cercando di restare calma ho iniziato a rassicurarlo che non avevo mai pensato di separarmi da lui e che potevamo anche tornarcene a casa senza finire l’itinerario. Sembrava essersi convinto ma la guida si è avvicinata invitandolo ad affrettarsi. In quel momento Nicola ha iniziato a urlare al ragazzo le stesse cose che aveva detto prima a me”


La guardia invita la donna ad essere più specifica, anche se comporta ripetersi. La donna si scusa e riprende


“Ha iniziato a dirgli che questo suo insistere sul camminare più veloce era un tentativo di farlo cadere per farlo fuori e non avere problemi. Ha continuato urlando che aveva pianificato il suo omicidio con me per poter stare insieme. Il ragazzo era visibilmente confuso, non sapeva quale fosse il problema e cercava di calmare Nicola dicendo che l’alta quota poteva mandare in confusione chi non era abituato. Non l’avesse mai detto. Nicola ha iniziato a spintonarlo, accusandolo questa volta di definirlo stupido e rimbecillito. Il ragazzo si è scusato e tentava in ogni modo di evitare lo scontro con Nicola ma lui continuava a urlargli cose senza senso. Nel frattempo il resto del gruppo si era radunato intorno a noi incuriositi dalle urla. Io sono andata nel panico, non sapevo come comportarmi. Sembrava che qualsiasi cosa gli si dicesse fosse un'accusa diretta nei suoi confronti.”


La donna prende un altro fazzoletto e si asciuga gli occhi. 


“Mi sono messa tra loro due per separarli ma questo non ha fatto altro che aumentare il suo delirio. Questa volta mi ha accusata di voler proteggere il mio amante da lui e che il mettermi in mezzo era la prova definitiva che noi due eravamo complici di questo piano. Ho negato e negato ancora ma mi ha spinta via ed è tornato a spingere il ragazzo. La guida a quel punto ha tirato fuori dalla tasca il walkie talkie per comunicare con la baita ma Nicola gli si è lanciato addosso, finendo entrambi a terra. Due uomini del gruppo si sono fatti avanti per fermarlo ma era in piena crisi isterica e non riuscivano a trascinarlo via. Il povero ragazzo era spaventato e quasi tremava, quando è riuscito a parlare al walkie talkie ha chiesto aiuto quasi in lacrime.”


La donna fa una breve pausa, beve il resto dell’acqua che c’era nel bicchiere trattenendo i singhiozzi del pianto


“Alla fine ci sono volute quattro persone per riuscire a tenerlo, una di loro aveva le corde per scalare e le hanno usate per legare Nicola e impedirgli di fare del male a qualcun altro. Questo però non gli ha impedito di continuare a urlare e accusare tutti i presenti di volerlo uccidere. Io non riuscivo a smettere di piangere, nonostante il supporto degli altri presenti. Dopo circa mezz’ora sono arrivati i soccorsi dalla baita che hanno richiesto un soccorso in elicottero per poter via Nicola e fargli un ricovero psichiatrico. Una volta andato via l’elicottero insieme ai restanti soccorritori abbiamo proseguito fino alla baita dove ci sono stati offerti cibo, acqua e supporto medico se necessario. La dottoressa è stata molto premurosa con me, nonostante non avessi ferite visibili. Ha ipotizzato un disturbo paranoide ma l’unica cosa che in quel momento volevo era svegliarmi da quell’incubo.


La donna si asciuga gli occhi dalle lacrime, ascolta l’agente mentre le spiega il da farsi, rilegge la sua deposizione e la firma.


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