4 ott 2022

Writober 2022 - 4. Pettine

Erano due giorni che Cassy non riusciva a contattare sua sorella Sophia. L’aveva chiamata al telefono e contatta sui social ma non aveva ricevuto alcuna risposta e iniziava a preoccuparsi. Una sera decise di tagliare la testa al toro e andare a casa sua, anche perché aveva le chiavi. Quando entrò in casa la chiamò ma sembrava non esserci nessuno. L’ingresso era pieno di pacchi, alcuni ancora chiusi e Cassy si iniziò a preoccupare. Quando sua sorella iniziava con lo shopping compulsivo non era mai un buon segno, non per lei. Proseguendo l’esplorazione dell’appartamento arrivò allo studio di Sophia e la trovò intenta a maneggiare con delle conchiglie. L’intera stanza era ricoperta di conchiglie. Alcune erano sul tavolo accanto a lei, altre sul letto, altre ancora dentro i pacchi aperti, ne intravide alcune anche sulla moquette. 


«Sophia! Cosa stai facendo?»


Sophia fece un balzo sulla sedia e si girò verso la sorella. Non aveva una bella cera, aveva delle occhiaie molto evidenti, gli occhi rossi ed era tutta spettinata e piena di frammenti di conchiglia.


«Hey ciao sorellina. Cosa ci fai qui?»


«Ti ho chiamato per giorni e non mi hai risposto. Cosa sono tutte queste conchiglie?»


«Si chiamano pettini. Non è un nome bellissimo? Conchiglie che si chiamano pettini. Quando l’ho scoperto qualche giorno fa guardando un documentario mi si è accesa una lampadina e ne ho ordinate alcune online.»


Cassy si avvicinò a lei cercando di non calpestare le conchiglie sul pavimento. Guardò il tavolo e i suoi timori divennero più intensi. Era un ammasso di tazze, contenitori di caffè, patatine, cartoni di pizza e ovviamente dozzine di conchiglie, molte delle quali in frantumi.


«Alcune? Hai la casa piena. Cosa stai facendo?»


Sophia si mise a scavare in quell'ammasso di roba che aveva davanti e ne tirò fuori un paio di conchiglie intagliate 


«Quando ho scoperto il nome buffo di questi cosini ho pensato che sarebbe stato bello riprendere a fare lavoretti di incisione. Ricordi ai tempi del corso di intaglio delle pietre quante belle cose che avevamo creato? Ecco, così mi è venuto in mente di intagliare dei pettini per capelli con le conchiglie chiamate pettine. Non è una idea geniale?»


Cassy ne prese una in mano e la guardò brevemente per poi posarla sul tavolo e chinarsi verso la sorella.


«Sophia, hai preso le medicine in questi giorni? Sembri non dormire da giorni.»


Quella frase non piacque alla sorella che si scostò di scatto da Cassy e si alzò


«Eccola che riprende con la storia delle medicine. Ogni volta che sto bene parte la solita frase. Vuoi che passi le mie giornate a letto con l’umore sotto terra?»


«Certo che no, mi fa male che possa pensarlo. Però lo sai benissimo che i tuoi, come possiamo chiamarli, “sbalzi di umore”, dipendono anche dalla costanza con la quale prendi le medicine. Se le prendi correttamente puoi fare tutto quello che vuoi senza dover temere che l’umore precipiti. Ma se non le prendi gli “sbalzi di umore” possono essere troppo netti.»


Cassy si sedette sul letto, rendendosi solo dopo di avere delle conchiglie sotto il sedere. 


«Quando prendo le medicine non riesco a pensare, non avrò cali di umore e la voglia di lanciarmi da un ponte ma non riesco a fare niente, mi sento confusa e questa era un'occasione per creare qualcosa di mio per uscire dalla monotonia delle mie giornate»


Cassy si sedette accanto a Sophia, scostando però le conchiglie prima di sedercisi di sopra. Mise una mano su quella di Sophia e la guardò negli occhi


«Presto le medicine smetteranno di farti questo effetto, ma è importante che tu le prenda sempre e senza saltarne nessuna. Mi prometti che lo farai? Se vuoi ti aiuto con il lavoro, mi piacciono molto quelli che hai già fatto.»


Sul volto di Sophia apparve un ampio sorriso. Abbracciò la sorella quasi togliendole il fiato.


«Va bene, te lo prometto. Sono contenta che ti piacciano. Chissà, potrebbero pure diventare di moda e guadagnare una barca di soldi»


Le sorelle risero insieme. Si scambiarono un altro abbraccio per poi mettersi a lavorare insieme.


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