9 ott 2022

Writober 2022 - 9. Nido

  Salvo si sistemò sulla sua postazione e avviò la diretta streaming. Ogni sera, puntuale come un orologio svizzero, si connetteva e passava circa 3-4 ore in live chiacchierando con i suoi follower e giocando a diversi videogame. 

Come era solito fare aspettò che i primi utenti si connettessero per iniziare a parlare.

«Buonasera ragazzi, tutto bene? Oggi un’altra giornata di caldo asfissiante qui da me, dovrei decidermi a far installare un condizionatore»

Mentre sorseggiava della birra si mise a leggere la chat che iniziava a scorrere velocemente di saluti e domande.

Dopo circa dieci minuti, visto il numero di utenti ormai collegati alla live, iniziò a guardare la sua lista di giochi

«Stasera che ne pensate se al posto di continuare la run di ieri provassimo questo nuovo horror indie uscito stamattina? Non lo conosco ma sembra spaventoso. Nel frattempo potete farmi qualche domanda, così mi passa la paura mentre gioco» si fece una grassa risata dando un’occhiata veloce alla chat. 

Il gioco venne avviato e l’atmosfera si fece cupa, i suoni sinistri e inquietanti provenienti dal gioco mettevano in ansia persino gli spettatori. 

«Questo gioco mi mette la pelle d’oca, avrà pure un grafica un po’ bruttina ma sa come farti spaventare.»

La voce robotica del sintetizzatore vocale che leggeva le domande selezionate dal moderatore fece prendere uno spavento a Salvo ancora più del gioco.

«Sei il mio stream preferito, quando pensi di fare un evento con i fan?»

Salvo sorrise ma non distolse lo sguardo dal gioco

«Non saprei, per il momento non ce ne sono in programma, forse un futuro, chissà»

All’improvviso un urlo proveniente dal giuoco fece fare un salto sulla sedia Salvo, che quasi lanciò il pad per aria. Dopo lo spavento rimase a fissare lo schermo con mezzo sorriso e una mano sul petto per controllare che il cuore non gli fosse esploso in petto. La chat impazzì di risate e parolacce per lo spavento, cosa che lo divertì parecchio

«Io lo so che voi amate vedermi morire dentro vero? Siete dei sadici. Non potevo giocare a “costruisci il tuo cavalluccio a dondolo”?»

Salvo fece un sospiro ancora ridendo e riprese il gioco.

La voce automatica lesse una nuova domanda «Sei mai stato all’estero? Se sì, dove?»

«No, non ho mai viaggiato molto in vita mia, e non ho mai messo piede fuori dal paese. Ho una forte paura degli aerei e soffro praticamente qualsiasi malessere legato ai trasporti»

Salvo rispose spontaneamente senza però distogliere lo sguardo dal gioco. Un altro urlo lo fece sobbalzare ma ormai ci aveva preso la mano e riusciva a gestire il mostro che lo inseguiva.

«Non mi prenderai, merda! Ormai conosco la strada!» disse al mostro del gioco come se potesse sentirlo.

Un’altra domanda venne letta dalla voce automatica «Come mai con il numero di fan che hai non hai mai pensato a fare un raduno?»

Salvo mise in pausa il gioco e si distese sullo schienale della sedia.

«Vedete, a me non piace molto uscire di casa. Ho il mio lavoro qui sulla piattaforma e mi riesco a gestire anche tutto il resto senza dover uscire. Ormai casa mia è diventata il mio nido, un posto sicuro dove si vive bene e lontano dai pericoli. Quindi per quanto vi voglia bene e apprezzi il vostro supporto, al momento non mi sento di fare eventi del genere. Spero non me ne vogliate.» 

Salvo restò in quella posizione a guardare la chat. La maggior parte gli mostravano il loro supporto incondizionato, molti si lamentavano del fatto che non avrebbero potuto vedere il loro idolo, altri gli chiedevano se avesse avuto brutte esperienze che gli avessero fatto passare la voglia di uscire.

Salvo le lesse una ad una senza però dire un’altra parola. Con gli anni aveva imparato che aprirsi troppo non era mai una buona idea e che mantenersi sul vago nel rispondere era un buon compromesso. 

«Ragazzi, finiamo questo bel gioco? Speriamo non mi faccia prendere altri infarti che se no i vicini vengono a bussarmi per prendermi a mazzate»

Salvo tornò dritto e riprese in mano il pad, pronto a proseguire la sessione di gioco. 

Rimanere sul vago era sempre la via migliore.


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