3 ott 2022

Writober 2022 - 3. Pipistrello

Natalie era una ragazza comune. Non era tra le più popolari della scuola ma non passava inosservata. Aveva finito il liceo con buoni voti e si preparava ad iniziare il college. 

Lei però, non riusciva a piacersi, evitava il più possibile di guardarsi allo specchio perché quando lo faceva provava solo un forte fastidio. Aveva gambe lunghe e snelle ma i fianchi molto larghi.

Il viso era piccolo e asciutto ma le orecchie leggermente a sventola e il naso a patatina. Ma la cosa che più la disturbava erano i suoi occhi. Erano di un nero profondo che rendevano quasi impercettibile la pupilla. Nel mondo molti avrebbero fatto carte false per avere degli occhi così rari, ma lei li odiava. Non perché fosse miope e costretta a portare gli occhiali, ma perché le ricordavano quelli dei pipistrelli. Non servivano a nulla i complimenti, in primis da parte di sua madre, per quegli occhi profondi e quasi introvabili. Per lei erano gli occhi minacciosi dei pipistrelli che a volte le capitava di vedere volare di notte in giardino. Non le erano mai piaciuti anche da bambina ma da qualche anno quella associazione la tormentava.

Ne era così angustiata che i genitori pensarono avesse subìto del bullismo a scuola e andarono a parlare con il preside ma Natalie negò fermamente di aver problemi con gli altri studenti e a casa aveva rimproverato i genitori per averla messa in imbarazzo col preside. Il tempo passava e la sua ossessione per i suoi occhi aumentava sempre di più. All'inizio iniziò a portare le lentine colorate a scuola e quando usciva con gli amici, poi passò a indossarle anche in casa e arrivò anche a dormirci, provocandosi più volte delle brutte congiuntiviti.

Aveva cominciato a mettere da parte dei soldi per delle operazioni di rinoplastica e otoplastica. Era stanca di nascondere le orecchie con i capelli lunghi, voleva cambiare taglio ma l’idea che gli altri vedessero le sue orecchie le facevano cambiare subito idea. Gli anni di pandemia erano stati un sollievo per lei, quale miglior modo per nascondere il naso agli altri se non la mascherina? Nonostante non ci fosse più l’obbligo continuava a tenerla, sopportando anche il caldo afoso piuttosto di farsi vedere.

Ormai era chiaro che l’unica soluzione per vivere bene era ricorrere alla chirurgia plastica.

Ma se quei due difetti poteva sistemarli, gli occhi restavano la sua grande condanna.  Per tutta l’estate ha rimuginato più volte su come al college verrà vista dagli altri studenti, se anche loro avrebbero notato la sua somiglianza con i pipistrelli. Doveva agire in fretta, trovare un modo per essere finalmente in pace con il suo aspetto. Quella ricerca folle di una soluzione le toglieva il sonno ed era irascibile per gran parte del giorno.

I genitori non sapevano come aiutarla, assecondavano ogni sua spesa per lentine e occhiali scuri, pensarono anche di rivolgersi ad uno psicologo ma quando lo dissero a Natalie non reagì per niente bene, gli accusò di non avere veramente a cuore il suo malessere, che gli unici aiuti che avrebbero potuto darle erano i soldi per le operazioni e un incantesimo per cambiare i suoi occhi. 

La soluzione sembrò caderle dal cielo come un fulmine. Navigando sui social vide un video promozionale di una nuova tecnica adoperata per cambiare il colore degli occhi. Un semplice intervento, qualche migliaia di dollari e i suoi occhi sarebbero stati di un bellissimo blu cielo. Non sembrava vero, un regalo dal suo angelo custode, finalmente risvegliato dal coma. Ne parò subito ai suoi genitori, descrivendo l’operazione come l’unico modo per essere finalmente felice.

Loro però non sembrarono convinti, il fatto che fosse una tecnica ancora sperimentale e per di più non approvata gli faceva storcere il naso. Non servirono a nulla le suppliche di Natalie, i suoi genitori convennero che era troppo pericoloso e costoso. Natalie pianse, urlò, supplicò, lanciò oggetti, ma nulla fece cambiare idea a suoi. dopo dozzine di tentativi sembrò rassegnata, o almeno così fece credere ai suoi genitori.

Quell’operazione era la sua unica salvezza, l’unico modo per continuare a vivere senza soffrire ogni giorno. Nelle settimane successive vendette tutto quello di cui poteva liberarsi, raccolse i risparmi per gli altri interventi che improvvisamente divennero non così urgenti e svuotò il conto dedicato alle spese del college.

Il luogo più vicino che praticava questo intervento era una clinica in Messico, per cui prenotò un volo solo andata. Per il ritorno ci avrebbe pensato dopo. Una notte, controllato che tutti in casa stessero dormendo, prese il borsone che aveva preparato giorni prima e scappò senza farsi sentire.

I genitori si accorsero della sua assenza solo la mattina seguente. Non era raggiungibile in alcun modo e quando chiamarono la polizia dissero che, avendo prenotato lei il volo, non potevano far nulla. Con la figlia scomparsa e senza più un soldo da parte ai poveri genitori rimase una sola opzione: aspettare notizie da Natalie.

E stanno ancora aspettando. 


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